Mi chiamo Elena e sono una mamma, Francesca è la mia bimba speciale, sì speciale, perché nel bene e nel male la disabilità ti proietta in un mondo nuovo, diverso, a cui troppo spesso non fai caso se non ci hai a che fare.
Francesca nasce a Torino il 18/04/2016 dopo una gravidanza non bellissima per via dei miei problemi di salute. E’ nata a 37 settimane+1 dopo un parto con induzione senza nessun tipo di sofferenza.
Tutto sembrava trascorrere normalmente e all’inizio sembrava che lei stesse seguendo le tappe principali di un bambino della sua età. C’era però qualcuno che non sembrava tranquillo: la nonna. Sì, la nonna, la mia mamma, che continuava a dirmi di far vedere la bambina perché piangeva in modo strano. La verità è però che una madre questi campanelli d’allarme non li vuole vedere! Poi arriva il compimento del primo anno di età e tutto continuava a sembrare normale. Inizio la mia seconda gravidanza quando Francesca aveva 13 mesi e da quel momento comincia un incubo che sembra non avere più fine. Dopo una gravidanza bruttissima, nasce prematuramente Emanuela e siamo costretti a passare interi mesi in ospedale. Proprio in questo periodo Francesca ha iniziato a regredire sempre di più. Poco prima di Natale 2017 torniamo a casa, vedevo Francesca peggiorare ma non avevo ancora la forza di affrontare la situazione, provata com’ero dal mio recente ricovero. Non appena mi sono ripresa, ne ho parlato con la pediatra che ci ha chiesto di raggiungerla immediatamente in studio. Non dimenticherò mai quel giorno di marzo in cui ci diede il sospetto di diagnosi; dura, cruda, ma intuitiva e che sicuramente ci ha permesso di non perdere tempo. Francesca era arrivata a non indicare, non parlare, non salutare, non masticare, non guardare negli occhi, non sorridere, non coordinare più gli arti, non toccare nessuno e non farsi toccare, non uscire, non visitare luoghi nuovi, non dormire, lanciare gli oggetti, far girare tutto ciò che era tondo, sbattere la testa contro i vetri, urlare, sbattere la testa per terra finchè non le usciva il sangue… per una madre un incubo! Inizialmente non riuscivo nemmeno a pronunciare la diagnosi, ma ne parlai con due persone che ero sicura mi avrebbero capito, una di queste, Ylenia, mamma di Asia, mia amica storica con cui sono cresciuta e fondatrice di questa onlus.
Francesca fa circa 20 ore la settimana di terapie ed esercizi e ora frequenta la scuola materna con delle insegnanti meravigliose che l’aiutano molto. 20 ore di terapie di cui solo una passata dal servizio sanitario nazionale e le altre a carico della famiglia, per un ammontare complessivo che supera il mio stipendio. Allora da madre ho scelto l’unica strada percorribile, combattere a fianco della mia guerriera. Piccola, non fa una vita da bimba della sua età, ma da quando esce da scuola vede dottori, fino alla sera, e se non va a scuola fa gli esercizi a casa, lei però è una lottatrice, una guerriera. Dopo la prima fase in cui si rifiutava di fare gli esercizi, ha iniziato ad andare avanti e a migliorare sopra ogni aspettativa. La cosa che forse colpisce di più è che ha ricominciato a sorridere e riesce poco alla volta ad esprimere le sue emozioni. Sulla strada incontriamo ogni giorno tanta ostilità ma anche un mondo fatto di belle persone che decidono di aiutare questi bambini ed è proprio grazie a questi aiuti che loro potranno continuare le loro terapie, riprendendo così a vivere, a sorridere…
Grazie, noi continuiamo a lottare!